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mercoledì 30 dicembre 2015

Addio 2015... spazio al nuovo! Auguri per il 2016!

Cari lettori, anche stavolta siamo arrivati alla fine dell'anno.
Cosa ha portato questo 2015? Per quanto mi riguarda è stato solo una degna continuazione del 2014 che non era terminato così fantasticamente.
A marzo quella frattura alla spalla mi ha sconvolto ogni piano, occupando le mie giornate con visite mediche, accertamenti, dolorosa fisioterapia senza contare i postumi fisici e psicologici.
Quante volte mi sono ripetuta di non arrendermi, eppure non lo so nemmeno io quante lacrime abbia versato per questo mio povero braccio martoriato.
Ho proseguito a scrivere la mia tesi e a studiare, andando in biblioteca e prendendo i volumi, a volte troppo pesanti, per poter procedere con la ricerca. E quest'ultima ora è a buon punto. Manca poco per terminarla, tirare le somme e poter analizzare i risultati. Per tutto ciò dico solo grazie a me stessa, alla mia testa dura, alla decisione di voler andare avanti nonostante tutto, e ovviamente grazie ai miei che mi hanno accompagnata ovunque pur di risolvere questa situazione infelice che mi è capitata in maniera del tutto improvvisa.
Quando ancora non mi ero ripresa, è arrivata un'altra batosta, una discussione furiosa che mai mi sarei aspettata, che ha fatto più male della frattura... di nuovo tantissime lacrime, scoraggiamento e voglia di mollare tutto tenendo conto dei precedenti, ma sono ancora qui, forse più diffidente di prima, forse più distaccata e ho imparato a capire di non potermi aspettare niente da nessuno. Gli altri non si comportano come tu fai con loro. Lo sapevo prima, lo so adesso, lo terrò presente per il futuro. Nonostante tutto, ho imparato a perdonare. Rimanere con l'animo in tempesta fa male solo a me e non risolve un bel niente. Perdonare non significa però dimenticare. Vuol dire imparare dagli errori passati e provare a migliorare, consci del fatto che gli errori ci saranno sempre e comunque, ma forse di minore entità.
E' stato un anno pesante, carico di emozioni, non troppo positive, e di battaglie, un periodo da assimilare e di cui fare tesoro, perché anche la sofferenza serve a questo mondo per crescere. E ovviamente evito di elencare tutti i fatti internazionali che hanno sconvolto la vita di ognuno di noi.


Tra i miei "eventi belli" inserisco il viaggio nella meravigliosa Venezia, il concertone del mio adorato Max Pezzali al Palalottomatica (grazie ancora alle mie sorelle e a mio fratello!) e la conferenza sulla mia ricerca di tesi dottorale presentata all'ITAR che non mi sarei mai aspettata. E' stata una sorpresa pure per me e quel pomeriggio mi ha di nuovo restituito un filo di speranza. 
Ho stretto i denti e affrontato la situazione, riuscendo anche a pubblicare due articoli scientifici cui si aggiunge un terzo che uscirà nel 2016. Solamente contando su me stessa, su quella persona che è stata umiliata e abbandonata, ma che da sola riesce a procedere comunque come un carro armato traendo forza dalle invidie altrui.



Infine, dal punto di vista letterario ho terminato la trilogia di Sàkomar, iniziata nel 2007, con la pubblicazione di "Il Quinto Elemento". A Sàkomar c'è parte del mio cuore, ci sono sogni e fantasie che i lettori, dandomi fiducia, hanno voluto condividere con me. Non posso far altro che ringraziarli infinitamente e ricordare che per tutte le festività gli ebook saranno in offerta a 0,99 centesimi.



Ieri il postino mi ha recapitato un romanzo, che ho vinto a un nuovo giveaway e diventerà una delle mie prossime letture. Una bella sorpresa e un nuovo mondo in cui immergermi nei momenti liberi.




Com'è stato il vostro 2015? Ogni volta ci si augura che il nuovo anno sia migliore del precedente, quindi... 2016 confidiamo in te. Non ci deludere! 
Auguri a tutti voi di buon anno nuovo!   


giovedì 24 dicembre 2015

Natale 2015... auguri e riflessioni

Siamo di nuovo al 24 dicembre. Su Facebook e sui social tutti si scambiano gli auguri, anche persone che non si sono più viste da un millennio e che si risvegliano solo nelle festività perché "bisogna essere tutti più buoni".
A me il Natale è sempre piaciuto: la città che si riveste di colori e di lucine, il freddo, i cappotti caldi, la cioccolata al bar, i biscotti a forma di fiocco di neve, le persone che girano cariche di regali nei negozi luminosi nei quali ogni oggetto è stato disposto con cura. E poi ci sono i presepi nelle chiese, le piazze adorne di alberi giganteschi, l'odore delle castagne, i bimbi liberi dalle scuole che si aggirano contenti per le strade per mano ai loro genitori, saltellando ed emozionandosi per ogni cosa.
Le case si riempiono di addobbi, l'albero di Natale splende dietro le finestre e dalle strade si notano lucine soffuse dietro le tende, il presepe occupa uno spazio più o meno ampio su un mobile, compaiono candele a forma di Babbo Natale, di stelle, di regali impacchettati. In televisione trasmettono i film che si vedranno ogni anno, da sempre (es. Natale sulla ventiquattresima strada; Mamma ho perso l'aereo), e i classici Disney che apprezzo tanto.
Si sta tutti insieme, amici e parenti, si ride e si scherza, si gioca a tombola e a carte, mentre Michael Bublè canta in sottofondo.


Eppure ogni anno che passa ho sempre l'impressione che dietro tutta questa allegria ci sia qualcosa di estremamente falso. Gli auguri fatti a gente che non senti per 11 mesi l'anno, le promesse di vedersi con l'anno nuovo e che ovviamente non verranno mantenute, le riunioni con parenti che non sanno più nemmeno come ti chiami tanto è il tempo intercorso dall'ultima volta in cui ci si è visti, regali scambiati anche tra i migliori amici che fanno il discorso "un pensierino che costa poco perché non ci voglio spendere più del dovuto". E gli auguri solo tramite social network.
Mi sono adattata anche io, dico la verità... adattata però. E' un clima che non mi piace più. 
Il Natale lo si vive magicamente quando si è bambini, quando si è ingenui, quando si pensa a un mondo roseo e buono, brillante proprio come la porporina delle palline dell'albero, quando si crede a un vecchietto così altruista da fare il giro del mondo portando regali a tutti, senza pretendere nulla in cambio. Poi cresci, inizi a conoscere le persone per quel che sono veramente, a quante maschere indossino, a quanta poca sia in realtà la bontà nascosta dietro i loro sorrisi, a quanto invece immensi sia invidie e rancori tanto da spingere le persone a farsi la guerra (sia in termini interpersonali, che in termini internazionali e basti riflettere sulla situazione che si consuma attualmente in tutto il mondo) e quella fiammella, che a Natale ardeva di più, comincia ad affievolirsi, fin quasi a spegnersi.
Viviamo un Natale commerciale, una corsa all'ultimo secondo per aggiudicarsi i regali da distribuire secondo il grado di simpatia, cercando di spendere il meno possibile perché "non ne vale la pena" oppure perché realmente i soldi non bastano in quest'Italia sommersa dalle tasse e dalla precarietà.
Si cade in una specie di apatia, di sindrome del Grinch. Forse io ci sono immersa e rimango fuori a stento solo con la testa perché sono sempre stata un po' sognatrice, ma non riesco più ad avvertire quell'atmosfera che un tempo mi scaldava il cuore. Ci provo, ma niente di niente. E so di non essere sola.
Cosa vorresti come regalo? Vorrei rispondere con sincerità: "qualcosa che non si può comprare e si chiama FUTURO, qualcosa che mi dia un terreno stabile per costruire la mia vita" e invece tutte le speranze e i sogni vorticano così, senza meta, dispersi in una specie di nulla.
Auguro quindi un Buon Natale a tutti coloro che come me non riescono quasi più a sentirlo perché con il calore delle persone cui vogliono veramente bene riprendano a sognare; auguro un Buon Natale a tutte le persone che combattono contro la falsità ogni giorno, che hanno le spalle così grandi da riuscire a passare indifferenti davanti alle offese e alle umiliazioni; auguro un Buon Natale a noi giovani perché rimboccandoci le mani, ancora una volta, stringeremo i denti e proveremo a cambiare un paese che non ci vuole più; auguro un Buon Natale a tutte quelle coppie che stanno davvero insieme per amore, quello vero, e non perché "devono avere qualcuno accanto per le feste che altrimenti sfigurano davanti agli amici e ai parenti"; auguro un Buon Natale a chi mi ha fatto del male, in un passato lontano e in quello più recente, perché rifletta sul proprio operato e si impegni a rimediare, ricucendo gli strappi provocati nell'animo; auguro un Buon Natale agli amici sinceri, che si sentono e stanno insieme per stima, rispetto e simpatia reciproca, non per convenienza; auguro un Buon Natale a voi lettori e vi ringrazio perché mi seguite sempre, supportando il mio sogno letterario, che forse non andrà da nessuna parte come quello di tanti "colleghi", ma che avrà almeno una fiammella di speranza ad illuminarlo. 



mercoledì 23 dicembre 2015

Recensione di "Masada" di M. G. Siliato + promozione Natalizia ebook Sàkomar

Buonasera a tutti cari lettori! Il Natale si avvicina. Ci sarà chi di voi avrà già terminato i regali da fare, altri invece preferiranno ricorrere al fatidico "ultimo secondo", al 24 dicembre, aggirandosi disperatamente per negozi e centri commerciali. Sicuramente sotto i vostri alberi, ci saranno lettori Kindle o Kobo. Se amate il fantasy, l'avventura, l'amore e le storie di amicizia (quella vera), le leggende e i miti che si intrecciano in un groviglio inestricabile e altrettanto bello, Sàkomar è proprio la saga che fa per voi. Per la durata di tutte le feste, i miei ebook saranno disponibili su Amazon al prezzo di 0,99 centesimi. Non pago così poco nemmeno il mio caffè decaffeinato (eh sì, ultimamente il mio stomaco è diventato delicato). Sarei molto contenta se qualcuno di voi mi desse fiducia, lasciando anche una piccola recensione che male non fa. Inserisco qui il link ai miei ebook. Ah, se vi facesse piacere, potete inviarmi le foto dei vostri lettori con il mio ebook. Li posterò sulla pagina Facebook, su Google+ e su Twitter.
Per il cartaceo invece qualche problema c'è nel periodo natalizio. La YCP non riesce a seguire tutte le ordinazioni e le sospende. Non condivido questa politica, ma mi devo adattare. A partire dal 3 gennaio potrete tranquillamente ricominciare le vostre ordinazioni dei cartacei di Sàkomar. Mi scuso per il disagio, ma non è una mia decisione purtroppo.





Oggi sono quindi cominciate le vacanze per me, pazza dottoranda alle prese con i suoi simboletti.
Dopo essere andata un po' in giro per gli ultimi regali, sono piombata a casa e il letto non mi è mai sembrato un luogo così caldo e accogliente. Ero davvero esausta. Vista la vicinanza del comodino (ero in modalità pigrizia da stanchezza, quindi comprendetemi), ho ripreso e terminato di leggere "Masada" di Maria Grazia Silato.
Sarò sincera: mi è piaciuto moltissimo per l'articolazione, per la storia che si è voluto trattare e i personaggi, però non si avverte la classificazione come "romanzo". A parte i due narratori principali, il resto è storia che si svolge da sé. Ho avuto l'impressione di leggere un volume di archeologia, storia del cristianesimo, storia dell'ebraismo e antichità giudaiche.
Fossi stata nell'autrice, avrei conferito più spessore ai personaggi principali, descrivendo maggiormente le loro emozioni, le loro vite perché frequentemente il ritmo è lento. Anche la suddivisione in paragrafi, lo fa apparire troppo come un trattato storico, poco come un romanzo.
Il racconto si è soffermato essenzialmente sulle storie del popolo ebraico e di Michel, perché connesse anche se separate dal tempo, e poco su quella di Catherine, per niente su quella di Gad, e forse nemmeno troppo su quella di Ilan, uomo molto interessante a parte la sua fuga da Gerusalemme e il suo esser membro della Yahad.
Passo però alla trama e poi alla recensione vera e propria. Ho voluto cominciare prima con alcune impressioni personali. E' indubbio che rimanga un libro notevole e degno di essere assaporato fino in fondo, dove è riportato il famoso quaderno di Michel.


Trama: Diciannove secoli prima di noi, una notte di primavera. Lassù, nella Fortezza di Masada stanno gli ultimi superstiti di una rivolta durata sette anni. Sono novecentosessanta. Giù, lungo l'ardente Mare di Sale, si stringe in armi la spietata Decima Legio Romana. Fino a ieri, per raggiungere la Fortezza esisteva solo il rischiosissimo "sentiero del Serpente". Era imprendibile, Masada. Ma i Romani hanno trovato una via. E all'alba sarà strage. Quali supplizi aspettano quei novecentosessanta, con le loro donne e i bambini? I ricordi vagano sulla libera vita d'un tempo, e poi l'invasione, Jerushalem distrutta, le crocifissioni a migliaia. È l'alba. Contro il cielo impallidito, emerge dalla muraglia l'elmo crestato di un centurione romano. L'uomo balza su, pronto alla strage. Ma non immagina ciò che i suoi occhi vedranno. Sulla fortezza nemmeno una voce. E oggi un altro uomo, che si chiama Michel, scruta le antiche rovine, decifra i fragili scritti. Chi erano veramente, quegli insorti? Perché una comunità di asceti, che noi chiamiamo Esseni, visse nel deserto di Qumran, e nascose in undici caverne migliaia di Rotuli in pergamena dove è scritta una storia di cui nessuno sapeva più niente? Perché su una Làmina di rame sono elencati sessantaquattro nascondigli dove ancor oggi sarebbe sepolto un enorme tesoro? Perché il popolo di Jerushalem aveva accolto con entusiasmo un Galileo chiamato Jeshu? E perché quello stesso Galileo fu condannato a una morte straziante?



Ho fatto un sorriso quando ho sfogliato le ultime pagine di questo volume perché, proprio verso la fine, ho iniziato a scorgere nomi molto familiari che, ormai da diversi mesi, mi accompagnano durante i miei studi: Y. Yadin, Padre Bagatti, Padre Testa, e gli intramontabili Migne - i cui volumi della Patrologia Latina e Patrologia Greca occupano pareti consistenti delle biblioteche archeologiche - e Mommsen, un nome una leggenda. Aleggia invece la costante presenza di Flavio Giuseppe, personaggio conduttore di tutta la vicenda, lo storico traditore che tramandò gli eventi.
La storia comincia con Ilan che, fuggito da Gerusalemme durante l'assedio del 70 d.C. che comportò la rovinosa distruzione del Tempio, arriva alla roccaforte di Masada, lì dove Erode aveva costruito la sua fortezza e dove gli abitanti ebrei sono l'ultimo baluardo contro i Romani prima della conquista della Giudea.



Ilan ha i capelli lunghi, è giovane e veste una tunica di lino bianco. Non è un personaggio comune. Faceva parte della Yahad, una setta di studiosi, eremiti... e fu proprio lui ad essere implicato con la Lamina di Rame e i rotoli di Qumran che gli archeologi ritroveranno in futuro e che sconvolgeranno decisamente alcune convinzioni.



Il racconto di Ilan sull'assedio di Gerusalemme si svolge in una sola notte. Sono delle ore intense, prima dell'alba che condurrà i Romani ad assalire Masada, a fare prigionieri e a trucidare i combattenti. L'ansia, il dolore, lo spavento, la paura serpeggiano lentamente impregnando gli animi di coloro che stanno vicino a Ilan, ad ascoltare le sue parole, provocando un pathos crescente.



Facendo un salto nel tempo, Catherine arriva in Israele e qui incontra Michel, un ebreo ceco, sopravvissuto alla strage nazista che tutti conosciamo benissimo. Michel conduce Catherine fino a Masada, illustrando i paesaggi delle terre bibliche, dipingendole con tramonti mozzafiato, e inserendo ricordi dolorosi al suo interno. La vita del vecchio Michel è forse stata una morte dell'animo perché sua moglie e i figli sono stati deportati ad Auschwitz per non farvi più ritorno. E' stato vittima della pazzia, poi della rassegnazione. Nella sua mente, sua figlia è cresciuta, lui è invecchiato con sua moglie, ma la realtà è ben più dura. Con l'aiuto di Gad, figura decisamente misteriosa, Michel e Catherine arrivano a Masada, la meta di tutto questo viaggio. 
L'autrice ha creato un parallelo ad hoc tra lo sterminio degli ebrei nella rivolta giudaica del 70 d.C. e quello dell'Olocausto operato dalle truppe naziste. 



Ilan e Michel sono due narratori, ognuno con il proprio bagaglio di dolori e ricordi che accompagnano il lettore verso delle verità storiche sulle quali, finalmente, si riesce a vedere uno spiraglio di luce. Ebrei e Cristiani sono parte di un'unica famiglia, solo che se ne sono dimenticati, ottenebrati da motivazioni essenzialmente legate al potere nell'arco dei secoli. Si pensi solo al fatto che Gesù era un ebreo che non aveva intenzione di creare una chiesa. E tra Ebrei e Cristiani ci sono loro, i Giudeocristiani, delle figure a metà, escluse spesso dalla storia. Erano gli ebrei che, convertiti al cristianesimo, proseguivano comunque a seguire i precetti giudaici, a frequentare il Tempio, erano coloro che formavano "l'ecclesia dei circoncisi" guidata da Giacomo, "il fratello del Signore". 
Come si sa, Masada crollerà. Tutti gli abitanti, per non finire nelle mani dei Romani, si uccisero. E' peccato, ma la libertà della morte vale molto di più. Gli ebrei di Masada, esattamente come le genti celtiche (si veda ad esempio il Galata suicida di Palazzo Altemps), preferiscono togliersi la vita pur di non cadere in mano agli invasori e sfilare a Roma come trofeo.



Un volume questo che, specialmente a partire dal capitolo IV, acquista di interesse storico. Sono certa che, coloro che si troveranno per la prima volta in mano l'opera della Siliato, alla fine andranno a documentarsi. Perché la storia non è proprio così come ce l'hanno tramandata. Ci sono molti capitoli da riordinare, forse ancora oscuri, che è bene iniziare a mettere in luce. Gli storici vanno avanti, i filologi pure e gli archeologi (mi includo) non si fermano davanti a nulla. La verità viene prima di tutto. 
Ultima nota. Non condivido troppo "l'accanimento" contro i Padri della Chiesa e contro Costantino, non perché sia di parte studiando archeologia cristiana (vi sembrerà strano, ma noi archeologi cristiani siamo i più scettici e critici in circolazione quando si parla di storia del cristianesimo), ma perché la questione è ben più complessa. E' vero che l'opinione di molti Padri era antigiudaica (come quella dei rabbini era anticristiana... ma è ovvio essendoci stato uno "scisma" di fondo), ma non si deve fare di tutta l'erba un fascio. Dico solo un nome: Girolamo, che aveva un insegnante ebreo, che imparò a leggere e scrivere in quell'antica lingua.
Costantino invece si prospetta solo come un "figlio del suo tempo". Conveniva sicuramente appoggiare la religione nascente. La storia del segno apparso in sogno - il cristogramma o monogramma costantiniano - è una leggenda, forse tramandata ad hoc per legittimizzare il potere acquisito "sposando" la chiesa cristiana. Si pensi solo che Costantino venne battezzato in punto di morte.



Sono d'accordo - ma è solo un dato di fatto - sulla questione della traduzione biblica. E' vero, la trasposizione dei Settanta, ovvero la versione greca, non rende giustizia a quella ebraica. L'ebraico è una lingua complicatissima, ricca di sfumature semantiche che non potevano essere rese con parole greche. Spesso ci sono approssimazioni, altre volte errori (prendiamone atto), oppure dei tagli (basti leggere la Bibbia per rendersene conto da soli. Che siano voluti o meno, non potremo mai saperlo di certo), e frequenti interpretazioni sbagliate. Abbiamo avuto poi la Vulgata, la versione latina, quella di Girolamo e, va da sé, che se nella versione greca c'erano degli errori, quegli stessi vengono perpetuati e aggiunti ad altri.
I rotoli di Qumran hanno decisamente segnato un punto importante nella storia, ma non mi metterò a discutere oltre. L'archeologia biblica e la storia del cristianesimo fanno ormai parte di me e potrei parlarne all'infinito senza annoiarmi mai. 
Posso solo fornire un ultimo suggerimento: se il libro di Maria Grazia Siliato vi è piaciuto, vi consiglio di sfogliare la bibliografia inserita dall'Autrice alla fine del suo romanzo (nel quaderno di Michel) e poi di leggervi i seguenti volumi che sono ben scritti e hanno un taglio sia scientifico che divulgativo:

- Corrado Augias- Remo Cacitti, Inchiesta sul Cristianesimo 
- R. Eisenman-M. Wise, I manoscritti segreti di Qumran
- G. Filoramo-D. Menozzi, Storia del Cristianesimo. L'antichità (questo più manualistico, ma interessante e importante se si vuole comprendere l'ambientazione storica)

Termino con questo estratto che mi è piaciuto tantissimo:

<<Tu ami la Storia. La Storia non è niente di più che scoprire, da una costa rocciosa, i relitti del naufragio. Dici: sì, questa era una scialuppa, un pezzo di paratìa, una vela. Quello là, che l'acqua copre e ricopre fra gli scogli, è lui; riconosci il suo viso? E tutti gli altri? La nave è giù, nel profondo, non ne saprai mai niente... Ma tu ricordati, mentre cerchi, dell'immensa quantità di inutile, anonimo dolore che è diffusa nel mondo>>.

Dopo questo buona serata e a presto ovviamente!




sabato 12 dicembre 2015

Antologia "A Natale ti regalo l'amore"

Buongiorno a tutti lettori! Come state? Io proseguo sempre la vita da studiosa, con la mia ricerca che ad ogni passo si ingarbuglia e mi interessa di più. E' una bella sensazione avvertire che qualche tassello mancante, che sembrava perduto, inizia ad emergere dalla sabbia del tempo.
Scrivo questo post per segnalarvi il seguente ebook. Si tratta di un'antologia di racconti, accomunati dal tema dell'amore e da quello del Natale. L'iniziativa è nata da Tiziana Cazziero, scrittrice emergente e bloggers, che ha proposto di raccogliere le proprie idee e creare un racconto.
Mi sono messa alla prova anch'io e ho dato vita a una breve narrazione, di un amore ambientato in una biblioteca (ormai trascorrendo gran parte dei miei giorni tra i libri, era inevitabile).



L'antologia si intitola "A Natale ti regalo l'Amore" ed è in vendita su Amazon per 0,99 centesimi.
I proventi saranno interamente devoluti all'AIRC, Associazione Italiana Ricerca per il Cancro, quindi è tutto a scopo benefico.
I racconti sono 10 uniti in una piacevole lettura natalizia e romantica. Chiunque volesse quindi aiutare la ricerca e leggere qualcosa di nuovo - mio racconto compreso, intitolato "E' Natale se..." - può scaricare il file da Amazon dopo aver versato quella somma irrisoria.
Vi lascio il link d'acquisto diretto: http://www.amazon.it/A-Natale-ti-regalo-lAmore-ebook/dp/B0196UYHN0/ref=pd_rhf_dp_p_img_7?ie=UTF8&refRID=0NWPHG7R9FRNVPJ39ST7


Una piccola curiosità: la biblioteca che mi ha ispirata è ovviamente quella che frequento quasi tutti i giorni. I personaggi sono evidentemente inventati. Edoardo e Stella sono frutto della mia grande fantasia... Se proprio dovessi paragonarli a qualcuno, Edoardo somiglierebbe fisicamente a Gigi Buffon vecchi tempi (eh sì, è un mio grande amore) e Stella ad Anna di Frozen con i capelli castani.
Diciamo perciò che è uscito un racconto con vari elementi mescolati insieme! E l'albero dei desideri?
Per chi è di Roma, provate a passare alla Stazione Termini. Vedrete un albero gigantesco con tanti foglietti attaccati con le speranze di tutti i sognatori di passaggio.



Ammetto di aver appeso il biglietto anche io per due anni di fila, poi ho deciso di non farlo più. La mia vena romantica/sognatrice si è un po' affievolita con il tempo, ma mi piace pensare che ci sia gente con un cuore meno ghiacciato del mio lì fuori, che creda davvero nell'amore, nell'amicizia e nei sogni. Forse un giorno mi passerà questa fase... almeno su questo sono speranzosa.



Bene, per oggi è tutto! Io proseguo a leggere "Masada", ma la lettura si sta prolungando un po' troppo ed è brutto segno quando, finito un capitolo, vado subito a curiosare sul numero di pagine che compongono quello successivo. Lo sto trovando bello, ma davvero pesante...
A presto e buona lettura della nostra antologia!

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