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giovedì 23 giugno 2016

Recensione di "Tutto ciò che sappiamo dell'amore" di Colleen Hoover

È una giornata un po’ uggiosa qui a Roma. L’estate sembra non dover arrivare mai. Se non fosse per il caldo-umido asfissiante, si potrebbe dire di essere a marzo, quando il tempo alterna acquazzoni a giornate assolate. Quelle belle estati di quando ero piccina, afose al punto giusto, con tanto sole e il profumo di salsedine che giungeva trasportato dal vento sembrano ormai scomparse, come tante altre cose.
Dopo una mattinata trascorsa in biblioteca ad occuparmi, al termine di ben 5 anni, di un argomento archeologico totalmente differente da quello trattato nella mia tesi di dottorato, ritorno qui sul blog, in un momento di relax per condividere con voi lettori la mia recensione di “Tutto ciò che sappiamo dell’amore” di C. Hoover.
Il reperimento di questo libro non è stato proprio semplice. Lo so, non è un volume raro, eppure in molte librerie di Roma quando l’ho cercato non era disponibile. Avevo sfogliato qualche sua pagina in aeroporto, a Catania, giusto un mese fa, prima di imbarcarmi. Ero entrata in un negozio di souvenir e libri e l’occhio mi era caduto su questo volume. Ho letto la trama e ho sorriso, rimettendolo a posto.



Eppure ero curiosa, così curiosa di conoscere la storia di Lake e Will che non ho resistito. Tornata a Roma l’ho cercato, senza trovarlo, fino all’ordinazione online che, ormai, costituisce una linea preferenziale per il reperimento di ogni bene materiale. È un po’ triste in effetti… penso che la brama di denaro e la concorrenza tra negozi di vario genere che finiscono per utilizzare la vendita online solo perché va tanto di moda, giungerà a far chiudere molte attività, riducendo l’uomo ancor più schiavo del web.
A me piace ancora (e per fortuna) tantissimo la vita al di fuori dello schermo: passeggio per Roma, viaggio quando possibile, socializzo solo con gente che conosco di persona (e considerando le mie scarse capacità di relazionarmi con il prossimo, direi che sono in vantaggio rispetto a tanta gente chiusa sulle chat), entro nelle librerie fisiche e sfoglio libri respirando quel buon odore di carta stampata. Non mi piacciono gli ebook. I romanzi che ho scritto sono anche in formato digitale, ma consiglio sempre di avere qualcosa tra le mani che si sfogli sul serio, senza pigiare lo schermo di un piccolo e-reader.
Ho un po’ divagato. Passo alla trama:



Trama: Lake ha vissuto l’anno peggiore del la sua vita: la morte del padre, i litigi con la madre, un trasloco in una nuova città e la fatica di reinventarsi una vita. Finché non conosce Will, il vicino di casa. Anche lui è stato costretto dalla vita a crescere in fretta.L’intesa tra di loro è immediata, ma il primo giorno di lezione Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will ha solo qualche anno più di lei, ma è uno dei suoi professori.
Eppure quello che c’è tra di loro, a partire da un primo bacio scambiato quando ancora non sapevano di doversi evitare, sembra irresistibile. E così Lake e Will – costretti a restare lontani – si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam (una gara di versi) per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi. Alla fine, è qualcosa di molto semplice ed essenziale: come ha scritto la famosa poetessa Emily Dickinson, tutto ciò che sappiamo dell’amore è che l’amore è tutto. E spesso è l’unica forza che può tenerci a galla quando ogni cosa intorno a noi sembra mandarci a fondo.

All'aeroporto avevo riso tra me e me perché ho pensato: chi non è mai stata infatuata di qualche professore giovane o di qualche assistente (in questo caso all'università)? Penso che quasi tutte abbiamo passato quella fase con gli occhi a forma di cuoricino entrando in aula, più o meno come nella celebre scena del film "Indiana Jones e l'ultima crociata", in cui l'aitante Indy professore prova a spiegare davanti ad allieve innamorate, con la scritta "I love you" sulle palpebre. E quindi ho voluto conoscere la storia di Layken.



Cosa mi ha lasciato questo romanzo? Tantissime sensazioni che riesco a pensare e rivivere. Effettivamente può sembrare la solita storia della ragazzina liceale innamorata del professore giovane, simpatico e attraente, ma non è solo questo. Lake e Will si innamorano già dai primi sguardi, sin da quando la ragazza si trasferisce con la madre e il fratellino dal Texas in Michigan, a Ypsilanti, e va ad abitare in una di quelle classiche villette a schiera americane con giardinetto che, vi dirò, mi sono sempre piaciute tanto.



Lake è reduce da un brutto trauma, la morte di suo padre che è scomparso senza nemmeno avere il tempo di salutarla. L’infarto lo ha colto all’improvviso e tutto a un tratto la vita di Lake è priva di un importante tassello. Come se non bastasse, è costretta a lasciare tutto per trasferirsi: la sua bella casa in stile country, il clima caldo, la sua scuola con qualche amico, le sue abitudini. Il Michigan è diverso dal Texas: c’è la neve, il clima è più freddo, la casa più piccola, a scuola bisogna ricominciare tutto dal principio e non è facile ambientarsi. 



E Lake vorrebbe fuggire, ma poi incontra Will, il ragazzo della casa di fronte e improvvisamente tutto assume una sfumatura diversa. C’è alchimia tra i due, sin dal principio, quando lui si offre di accompagnarla a fare la spesa e quando comprendono di avere gli stessi gusti musicali, così come quello per le poesie. Scatta il bacio e il batticuore, ma il primo giorno di scuola rovina la magia. 




Il professore di poesia, seppur tirocinante, è proprio Will e un rapporto tra docente e allieva non è in alcun modo possibile, anzi ciò che è stato dev’essere dimenticato e rimanere segreto... eccetto che in Marmalade Boy, in cui Mary e Nick si sposano tranquillamente, come fosse la cosa più normale del mondo, dopo tutte le paranoie da shojo giapponese.



Ma si può dire all’amore di andarsene quando ha già colpito in pieno due cuori tanto affini? Certamente no, anche perché il destino ha in serbo una via alternativa che i due conosceranno solo dopo parecchie sofferenze e incomprensioni.
Questa è una storia delicata e romantica di un amore combattuto a colpi di poesia, con sfumature a volte tristi che fanno riflettere. È anche una storia in cui l’amicizia vera ha un ruolo di primo piano. Lake è davvero una ragazza fortunata ad aver trovato una compagna di pazzie come Eddie cui può confidare tutto, anche il suo sentimento crescente verso il bel professore ventunenne (fortunati in America... qui in Italia come minimo ne hanno 71!). Le migliori amiche che non nutrono invidia sono un tesoro più raro dell’amore, sempre sostenuto.



Infine c’è anche il valore dell’affetto familiare che lega ogni cosa, la solidifica e le dà un senso, anche quando la sorte non è così clemente…
Il romanzo prosegue con “Tutto ciò che sappiamo di noi due” che ovviamente è entrato nella mia lista di letture.
Il segnale positivo è stata la mia assenza di sonno durante la lettura, nonostante il mio orario di immersione nella storia fosse solitamente localizzato intorno alla mezzanotte. Quando un libro mi annoia, non riesco a leggere nemmeno 2 pagine che subito crollo addormentata. Con questo sono sempre stata sveglia e avevo voglia di proseguire. Ieri sera ho voluto terminarlo, rimanendo sveglia fino all’01.30 (roba da lettori). Vi è parecchia differenza dal romanzo che ho letto prima di questo. Ci ho impiegato più di un mese per finirlo… per questo sono bastati pochi giorni.
Un’unica “pecca”: io detesto il presente come tempo di narrazione. Non so se sia un problema della trasposizione italiana o se anche l’originale fosse così. Ad ogni modo, i primi dubbi iniziali hanno lasciato spazio alla curiosità, cosicché anche il tempo verbale, non proprio meraviglioso, è passato in secondo piano.


Inserisco, per terminare, due piccoli estratti che mi sono piaciuti e mi hanno fatto riflettere:

«Ci sono tre domande che una donna dovrebbe farsi prima di cominciare a fare sul serio con un uomo. E a tutt'e tre dovrebbe poter rispondere di sì. Se anche a una sola rispondi di no, meglio se scappi a gambe levate (...) Ti tratta con rispetto sempre, in ogni situazione? Questa è la prima domanda. La seconda è: se tra vent'anni sarà esattamente la stessa persona che è adesso, lo sposeresti comunque? Infine, ti fa essere migliore? Se trovi qualcuno che ti fa rispondere di sì a tutte e tre le domande, hai trovato un ragazzo d'oro.»

«È per questo che si scrive la poesia: per esprimere quello che provi, e perché qualcun altro, tra cinque o mille anni, possa ritrovarsi nelle tue emozioni.»

Adesso è il turno di un nuovo romanzo di Lucinda Riley “La luce alla finestra”. Qualcuno lo ha già letto? Sono certa che non mi deluderà.


A presto e buona serata!

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