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mercoledì 27 gennaio 2016

Recensione di "L'isola delle farfalle" di Corina Bomann

Buonasera lettori del mio blog!
Mi prendo una pausa dallo studio. Il mio cervello necessita di qualche minuto extra archeologico. E' da stamattina alle 08.30 che sto sfogliando solo pagine che parlano di mosaici, affreschi, stratigrafie e quant'altro.
Ho quindi terminato di leggere "L'isola delle farfalle" di Corina Bomann. Ammetto che, da quando ho scoperto Lucinda Riley, la serie dei romanzi editi dalla Giunti mi sta piacendo particolarmente perché seguono un po' tutti la stessa linea: magnifici paesaggi, tenute inglesi, quel clima alla Jane Austen. Si inizia però sempre dal principio, quindi via con la copertina e la trama!


Trama: È un triste risveglio per la giovane avvocatessa berlinese Diana Wagenbach. Solo la sera precedente infatti ha scoperto che suo marito l’ha di nuovo tradita e, come se non bastasse, una telefonata dall’Inghilterra la informa che la cara zia Emmely ha le ore contate e che vorrebbe vederla un’ultima volta. Non le resta che fare i bagagli e prendere il primo volo verso l’antica dimora di Tremayne House, dove i suoi avi hanno vissuto per generazioni. Diana non può sapere che cosa l’attende, non sa che in punto di morte zia Emmely le sta per consegnare un terribile segreto di famiglia, custodito gelosamente per anni. Come in un rebus, con pochi, enigmatici indizi a disposizione – una foto ingiallita che ritrae una bellissima donna di fronte a una casa tra le palme, una foglia incisa in caratteri misteriosi, una bustina di tè, una vecchia guida turistica –, a Diana è affidato il difficile compito di portare alla luce che cosa accadde tanti anni prima, nel lontano Oriente, a Ceylon, l’incantevole isola del tè e delle farfalle. Qualcosa che inciderà profondamente anche sul suo destino…

Tutto inizia con una lettera, spedita da Victoria alla sorella Grace con una richiesta di perdono. E' il 1888... ma è appunto solo un'introduzione. La storia prosegue nel 1945. Una giovane donna, Beatrice, arriva in Inghilterra e prova a chiedere ospitalità ad alcune sue parenti, Deidre ed Emmely, che non sembrano ben disposte verso la giovane nonostante la accolgano nella loro dimora, Tremayne House.



E' il 2008: Diana Wagenbach, la nostra protagonista, è avvocato a Berlino, ma il suo matrimonio non procede a gonfie a vele, anzi, suo marito la tradisce da tempo. Stavolta è decisa a troncare ogni rapporto con lui, ma d'un tratto arriva una telefonata inattesa dall'Inghilterra: sua zia, Emmely, molto malata, sta per morire.
La donna non esita a prendere il primo volo e a dirigersi a Tremayne House per sostenere sua zia, alla quale è molto affezionata. Ed è proprio lei a chiederle di scoprire un enigma strettamente legato al passato della sua famiglia. 


Una tomba mancante, una lettera, un angelo dai tratti esotici a protezione della defunta Beatrice, una foglia di palma proveniente da un'antica biblioteca di Ceylon, 



una vecchia guida turistica e una bustina di tè condurranno Diana a cercare il suo passato in Sri Lanka dove i suoi antenati si erano stabiliti all'epoca in cui vigeva il colonialismo inglese. 


E' qui che, aiutata dall'affascinante Jonathan, amico di uno studioso conoscente di Diana, ripercorrerà le tappe della famiglia Tremayne e di quelle due sorelle, Grace e Victoria... Grace, della cui tomba non vi era traccia, e Victoria, l'autrice della misteriosa lettera.
Tra Diana e Jonathan sembra sbocciare l'amore, un sentimento però molto cauto sulle prime, passionale poi... esattamente come in passato era accaduto per Grace Tremayne e Vikrama, un tamil amministratore della piantagione di tè di cui Henry Tremayne era proprietario.


Attraverso gli occhi di Grace, si riesce a vivere quell'atmosfera esotica, tra le foglie di tè, la folla e i colori di Colombo, i rami dei rododendri e dei frangipane, la meravigliosa residenza di Vannuttuppucci che, in tamil, vuol dire "farfalla".




E una profezia sembra aleggiare, come una presenza costante, vegliando sui gesti di Grace e di quel misterioso meticcio che ha affascinato la ragazza sin dal primo momento.
Tra amore, sorellanza, enigmi e tradimenti, il romanzo assume dei toni che virano in alcuni tratti verso la poesia suscitata da Jane Austen nel suo celebre "Orgoglio e pregiudizio" e in cui il destino sembra giocare un ruolo fondamentale.



Narrarne tutte le sfumature è forse un po' difficile poiché la trama risulta strettamente intrecciata e svelare un singolo particolare significherebbe rivelare tutto il mistero del romanzo.
Ne consiglio la lettura. La narrazione procede in maniera scorrevole, mentre Diana interpreta la moderna "Sherlock Holmes" e coinvolge il lettore a conoscere altri particolari nascosti in angoli segreti delle dimore ottocentesche, a sollevare la polvere del tempo dal baule dimenticato che è stata la vita di Grace Tremayne.



Sono contenta di aver apprezzato questo libro che avevo acquistato ormai a novembre durante una passeggiata per le vie del centro. Ho terminato di leggere altri romanzi e infine è arrivato il suo turno.
E adesso? Chissà... la scelta è davvero vasta. Il mio comodino ha una discreta pila in attesa, tra regali e romanzi vinti in due giveaway. Stasera effettuerò la mia difficile selezione... e poi vi farò sapere.
Buon proseguimento di serata a tutti!

sabato 9 gennaio 2016

Idee creative e notturne... e piccoli anticipi del nuovo romanzo, "Chiaro di Luna"

E' notte ormai. La gente dorme mentre il mio cervello lavora incessantemente. Gli ho semplicemente dato il via e lui è partito a razzo. A volte mi spaventa il fatto che sia più creativa di notte, all'ombra, piuttosto che di giorno quando le persone comuni vivono.
Ho lavorato alla tesi da stamattina fino a oggi pomeriggio inoltrato; poi d'improvviso ho chiuso tutto, nonostante le idee proseguissero a vorticare, ho aperto il romanzo e ho modificato un pezzo della trama così come avevo pensato di fare durante una di queste notti (purtroppo ho il sonno molto leggero...).
Adesso avrei voglia di disegnare, forse lo farò o forse no, si è fatto troppo tardi. Ieri era quasi l'01:00 quando ho preso carta, matita e gomma, mi sono seduta in mezzo al letto, sotto le coperte e ho iniziato a tracciare linee che, pian piano, hanno preso consistenza, generando il volto di una ragazza e quello affrontato di un lupo.
Sì, sto ideando la copertina per il mio prossimo romanzo e, dopo aver pensato e ripensato a ricorrere a un grafico, oppure a scattare personalmente le foto per la cover (come ho fatto per i 3 romanzi di Sàkomar), ho deciso di disegnarla e manipolarla al pc.
Forse mi ci vorrà più tempo, ma imparerò anche qualcosa di nuovo che in futuro potrebbe servirmi e poi il romanzo sarà più personale.
Diamo un'identità a questo nuovo scritto. Lo avevo già anticipato in qualche vecchio post: si chiamerà "Chiaro di Luna".



Il titolo è rimasto invariato dal tempo in cui era solo un racconto scritto per partecipare a un concorso che mi suggerì una professoressa durante gli anni del liceo. Non seppi più nulla delle selezioni, né dei risultati. Magari non vinsi mai, oppure arrivai a classificarmi in qualche posizione per me importante, ma non mi venne mai comunicato, nonostante il racconto fosse piaciuto alla prof in questione e lei stessa mi avesse fatto i complimenti. Sono misteri e forse rimarrò sempre con la curiosità... ma insomma, se il mio passato liceale non voglio ricordarlo e non ne voglio parlare un motivo ci sarà, giusto? Stendiamo quindi un velo pietoso che è meglio.
Il racconto, se ricordo bene, avrebbe dovuto essere di fantasia e al contempo parlare di temi attuali, quali bullismo, droga, etc., in pratica gli argomenti dei temi che ogni volta che c'era il compito in classe di italiano ti ritrovavi davanti.
Fu un'illuminazione la mia. Chissà perché e per come, ma d'un tratto, un pomeriggio, impugnai la penna biro blu e iniziai a scrivere su una manciata di fogli protocollo. Il racconto mi prese molto e fui entusiasta del risultato. Luna, la protagonista, mi somigliava... eccome, ma all'epoca non me ne accorsi. Fidatevi: Christine di Sàkomar avrà pure il mio nome anglofono, ma lei è davvero frutto della mia fantasia o forse incarna tante qualità che avrai voluto possedere come essere più sensibile, o meglio, riuscire a dimostrarlo, essere davvero coraggiosa e buona.
Luna è la me stessa di qualche anno fa: incosciente, impaziente, asociale, suscettibile, irascibile, glaciale, ma anche curiosa, fragile sotto la sua apparente scorza d'acciaio. E diciamo pure che qualcosa è rimasto nell'attuale me. Il carattere si cambia difficilmente... però a me piace. In fondo mi ha permesso di raggiungere i miei modesti traguardi e, anche se a volte non mi sopporto (capita a tutti immagino), so che al mondo ci sono persone in grado di apprezzarmi e tollerarmi, quindi va bene così. La trasposizione della me del passato in Luna è stata del tutto involontaria, ma non me la sono sentita di cambiarla revisionando e riscrivendo alcune parti della storia. "Chiaro di Luna" è nato con un personaggio complicato e ho deciso che rimarrà così. Luna la si ama o la si odia, non ci sono vie di mezzo.



Ovviamente insieme alle righe vergate in blu sul foglio, arrivarono anche i disegni dei protagonisti: Luna, la ragazza maledetta, il suo migliore amico Alessandro e il suo principale rivale, Luis.
Mettiamo le cose in chiaro: non è per questioni di scarsa fantasia che un altro dei miei personaggi si chiama Alessandro. L'Alessandro di "Chiaro di Luna" si chiama così perché è un nome questo che mi è sempre piaciuto insieme a pochi altri (come Stefano, Matteo, Francesco, Angelo...), e principalmente perché, durante i miei "gloriosi" anni da giovane disadattata in procinto di diventare un'attaccabrighe professionista, adoravo il calcio. E sì, Alex Del Piero era uno dei miei preferiti, insieme a Claudio Javier Lopez, Hernan J. Crespo, Juan S. Veron, Gianluigi Buffon (che è rimasto il mio "grande amore" insieme a Chris Evans, come penso si sia intuito). Guardavo il calcio, ogni partita, anche sulle reti più impensabili. Seguivo il campionato, la Champions League, la Coppa Italia, le partite della Nazionale, i tg sportivi, i programmi post partita (es. novantesimo minuto), compravo i giornali calcistici che ancora tengo nel mio "archivio segreto", avevo tutti gli album di figurine ed ero informata su formazioni, allenatori, calciomercato... Non è tutto. Giocavo con i miei compagni di classe. Accadeva più frequentemente alle medie ed era tutto iniziato da una mia frattura multipla al braccio (che novità...) che non mi aveva permesso di giocare a pallavolo con le mie compagne femmine. Ero brava e adoravo correre, combattere per prendere il pallone, imprimere tutta la mia potenza in quei pochi centimetri di gomma, iniziare un'azione e contribuire al goal...
Al liceo ci ho giocato qualche volta, ma all'epoca i ragazzi non erano troppo aperti di mente per permettere a una ragazza di prendere a calci un pallone con loro e mi ritrovavo a tentare di giocare a pallavolo (che era più una chiacchierata collettiva) o a volano che mi piaceva discretamente.



Ero un maschiaccio insomma, forse ci ero diventata e la colpa non era nemmeno totalmente mia. Poi la passione per il calcio si è mitigata, fino a scomparire quando è emerso il "calcioscommesse" e per me non ha più avuto senso guardare le partite. Mi sono ridotta a seguire la Nazionale e basta... e Gigi Buffon ovviamente.
Nel racconto quindi Luna aveva un caratteraccio che, nella trasposizione romanzata, ho cercato di addolcire un po', ma nemmeno troppo. Ho moderato la sua sete di vendetta che, per motivi legati alla trama che non anticiperò, provava in maniera smisurata.
Luis rappresenta il bullo di turno, il delinquente che può comandare perché è temuto e tenta di portare nel suo gruppo anche i bravi ragazzi, riuscendo ad allettarli con strategie di convincimento a furia di pestaggi, prese in giro e traffico di droga. Luis incarna il prototipo del ragazzo odierno con gravi problemi sociali che purtroppo pullula nelle scuole medie e superiori.



Quello del bullismo è un tema a me caro. Lo abbiamo subito un po' tutti nella mia famiglia... io da una punto di vista psicologico sia alle medie che al liceo, con prese in giro pesanti e invidie che hanno condotto a parole e atteggiamenti a dir poco offensivi nei miei confronti. Ricordo con angoscia quei momenti che invece avrebbero dovuto rappresentare un passato spensierato e che per me purtroppo sono un incubo. Vale lo stesso per mio fratello e mia sorella che hanno vissuto, per un certo periodo di tempo, nel mio stesso ambiente. Forse mia sorella minore si è salvata un po' di più, ma insomma è la regola ormai che le persone educate, riservate e studiose siano prese di mira da microcefali ambulanti spesso sostenuti dai professori che, senza intervenire, non fanno altro che supportarli nelle loro azioni. La scuola è da riformare insieme alle menti che la popolano...
Termino con Alessandro. Inizialmente è un amico un po' impiccione, troppo curioso e anche eccessivamente popolare. Poi il suo personaggio muta, cresce e diventa il ragazzo che è un punto fermo nella vita di Luna, la sua ancora di salvezza, il suo abbraccio senza tempo. Alessandro è la pietra miliare nella storia della burbera protagonista che, solo grazie a lui, trova un po' di umanità perduta o nascosta sotto il suo aspetto.



Perché sono andata a finire a parlare di "Chiaro di Luna", del mio "oscuro" passato e del profilo psicologico dei personaggi? Bene, come si è ormai capito, con il 2016 ho intenzione di pubblicare il romanzo finalmente, di far vedere la luce a quel racconto di 15 pagine che è diventato uno scritto di più di 300, che ha assunto toni gotici e fantasy legati al Medioevo oltre che all'età contemporanea.
Sarà un romanzo ambientato per metà a Roma, la mia città bellissima e attualmente massacrata da una discutibile gestione (evito discorsi politici, ma la realtà è ben chiara sotto gli occhi di tutti), e per metà a Friburgo in Brisgovia che ho conosciuto casualmente tramite le mie ricerche nel web.
Direi che dopo questo romanzo, forse un viaggetto a Friburgo mi toccherà farlo. E' diventata una meta obbligata, un desiderio da realizzare perché fa un po' parte di me, della mia fantasia, di una storia che mi appartiene e a cui sono ormai tanto legata.



Credo che per ora sia tutto. Rimanete quindi sincronizzati sul blog (diventare followers fissi non vi fa male comunque. Lo apprezzo se spingete un semplice pulsante...), sulla pagina Facebook, sul profilo Google+ e su Twitter. "Chiaro di Luna" sta per arrivare. Probabilmente dovrò fare una nuova revisione (della serie "le revisioni non finiscono mai") perché voglio che sia corretto al 99,9%, dovrò creare un booktrailer (ho già scelto la musica) e terminare la copertina. Infine ci saranno gli accordi con il sito di selfpublishing che porteranno via un po' di tempo, sempre se deciderò di affidarmi di nuovo a uno di essi. Devo ancora pensarci, ma tra tesi e impegni vari, anche "Chiaro di Luna" rientra nei progetti per il 2016... e quando faccio una promessa, state pur certi che la mantengo.
Adesso vado a dormire... o a creare nuove idee. Sì, è decisamente più appropriato.
Buona notte!!!



p.s. Vi piace la nuova grafica del blog? Meno fantasy, più professional ;)

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